Per coloro che sono interessati all’argomento, riporto quanto è emerso da una ricerca di notizie da me fatta sull’apporto benefico degli asparagi, motivo per cui se ne consiglia il consumo.
Le caratteristiche positive e negative dell’asparago selvatico
Gli asparagi selvatici sono molto ricchi di sostanze protettive e stimolanti. Un
etto di asparagi fornisce quasi 25 milligrammi (la millesima parte di grammo)
di vitamina C (equivalenti a circa un terzo del fabbisogno giornaliero di un
adulto) e copre il 75% delle necessità quotidiane di acido folico, una vitamina
indispensabile per la moltiplicazione cellulare e la sintesi di nuove proteine.
Gli asparagi selvatici sono anche una buona fonte di caroteni (che nell’organismo
saranno poi trasformati in vitamina A, dotata di proprietà antiossidanti e
protettive della pelle e delle mucose che rivestono soprattutto le vie respiratorie
e l’apparato digerente) e di vitamina B2, necessaria per trasformare gli alimenti
in energia.
Questo vegetale può essere consumato, oltre che per la sua bontà, anche per
aumentare la fluidità del sangue, come rimineralizzante (buono il contenuto
in calcio e ferro, molto abbondante il potassio), per regolarizzare l’intestino
pigro, per stimolare la diuresi (grazie al già ricordato potassio e all’asparagina,
sostanza azotata tipica di questo vegetale) e per favorire in definitiva
la depurazione dell’organismo. Non va dimenticato tuttavia che il
consumo abbondante di asparago selvatico, come pure di quello coltivato,
è sconsigliato a chi soffre di insufficienza renale, di nefrite e di gotta per il
notevole contenuto di sostanze ricche di azoto.
(Paolo Pigozzi)